Soggettivamente: le premiazioni


Vincitori di Soggettivamente 2019, Sguardi

La Commissione del premio artistico-letterario Soggettivamente, composta dalle professoresse Donata Ghermandi, Cristina Codeluppi, Lucia Gaiani, Giovanna Guidetti, Giovanna Neri e dal professor Aldo Meschiari, è lieta di presentare le opere dei vincitori dell’edizione 2019, Sguardi.

 

Poesia MEDIE

Prima classificata

Clicca per vedere

Carlo Fabbri 

Medie San Carlo

 

Il giovane autore si rivolge ad un tu, a cui appartiene uno “sguardo” davvero importante, che è lo sguardo di chi ci ama.  Altri “sguardi” vengono evocati, quello della vita o addirittura dell’Universo, ma lo sguardo da cui dipendiamo, quello che “ci urla” e che ci cura, che “ci sveglia” e che vogliamo sempre per noi, è lo sguardo di chi ci vuole bene.

La poesia è breve, alterna in modo efficace versi di diversa lunghezza e, pur essendo piena di affetto, conserva leggerezza e spontaneità anche grazie al finale un po' ironico “viziami di sguardi”.

Racconto MEDIE

Primo classificato

Clicca per vedere

Caterina Baccini

 

Medie Carducci

Il racconto trova un equilibrio efficace fra diverse dimensioni: la contemplazione suggestiva della natura, iI richiamo alla Storia e alle sue concrete tragedie, la riflessione – di urgente attualità – sui temi del pregiudizio, del rifiuto dell’altro, della chiusura delle menti e dei cuori che può rendere inutile anche il più nobile dei gesti.  La giovane autrice ha colto la pluralità delle sfumature che possono essere presenti - anche in modo drammatico – in ogni sguardo, fino al punto di determinare azioni decisive per la nostra esistenza. Si ha l’impressione di percepire nel testo il ricordo e la meditazione di letture importanti, rielaborate in uno stile narrativo personale: ora evocativo ora teso, comunque sempre privo di retorica.

Fumetto/Immagine

Primo Premio

Clicca per vedere

Emma Corradini

 

5°EL

 

L’elaborazione grafica di Emma, naturalmente, ha utilizzato le potenzialità espressive del mezzo digitale. La scelta tematica, effettuata senza alcuna mediazione, si è concentrata sul fulcro dell’indagine ritrattistica: l’occhio. Emma si è affidata alla efficacia del linguaggio iperrealista: colori saturi, inquadratura fortemente concentrata, perfetta definizione formale e minuziosa resa del dettaglio La tecnica iperrealista effettua una penetrante trasposizione dell’oggetto, lo svela con una accentuata illuminazione, sottolineata dagli accesi e netti cromatismi. Questo splendore figurativo riaccende il valore del reale, lo risveglia, lo risuscita e ci avverte che tutto rischia di divenire invisibile, annebbiato, scontato. L’approccio iperrealista è metafisica del presente, dell’attimo vissuto in piena consapevolezza percettiva; è esercizio alla visione attenta e intensa. La giuria ha apprezzato la scelta audace ed efficace di Emma.

Fumetto/Immagine

Secondo classificato

Clicca per vedere

Rebecca Verrascina

        

4°GL

 

Rebecca ha realizzato il suo lavoro con acquerello e inchiostro su carta. Prevalgono cromie virate all’ocra La delicatezza del colore che si scioglie libero, in trasparenti e leggere sovrapposizioni, si incontra con la semplice verità di un segno sottile, a tratti incerto, ingenuo, ma sincero e naturale. Si racconta di sguardi e assenza di sguardi, si parla di un mondo in cui fra azioni quotidiane e gesti ripetuti, restano troppo spesso non viste e non percepite tante azioni e tante parole. Poi restano tracce di queste comunicazioni perse, come quei manifesti appesi nel muro di fondo, alcuni in parte strappati altri ancora rivolti ai passanti frettolosi e distratti. La giuria ha ritenuto che Rebecca abbia sviluppato in maniera articolata, e coerente il tema proposto.

Foto

Primo Premio

Clicca per vedere

Elise Lemercier

3°CL

 

Si è apprezzata l’originale struttura compositiva, tutt’altro che scontata, non certo esito di una studiata elaborazione, ma piuttosto risultato di una spontanea annotazione. Il volto in primo piano si pone dimezzato, in serena frontalità, e senza esitazione o artificio attiva un intenso coinvolgimento emotivo. Si instaura così una relazione, un dialogo che è sottolineato dai contrasti fra luce e ombra, dall’opposizione fra nitido e sfuocato, dal distanziarsi fra primo e secondo piano. La luce, impietosa e al tempo stesso amorevole, fruga nei dettagli di quel volto, nei sottili segni del tempo che contornano il sorriso, nella velatura nostalgica della pupilla. La profondità di quello sguardo è un afflato di umanità nella più intima quotidianità. Elise è risultata convincente con questa personale interpretazione del tema del concorso.

Foto

Seconda classificata

Clicca per vedere

Giulia Soli

4°AL

 

È stata ritenuta molto interessante l’idea che sottintende la costruzione dell’immagine: protagonista è un punto di vista, unico, soggetto assoluto della scena. Giulia ci propone di condividere il suo autobiografico punto di vista, ci conduce in una breve ma intensa visione sviluppata in profondità con gradazioni di messa a fuoco, dove solo il piano intermedio, il punto in cui il dito preme la corda, trova piena nitidezza. Una perfetta interpretazione dello sguardo della violinista orientato e concentrato per controllare l’esecuzione musicale. L’esecutrice, che controlla spartito e mano, è anche colei che registra l’immagine e il suo sguardo è accompagnato dalla nostra osservazione in un gioco di immedesimazione totale. Il tema proposto è stato sviluppato in maniera articolata, originale e coerente.

Foto

Terza classificata

Clicca per vedere

Celine Stabinger

4°BL

Con questo panorama newyorkese come fondale, Celine, ha costruito una struttura compositiva che è un reticolo, un sapiente gioco entro cui collocare punti di rimando. Così percepiamo elementi che convivono in opposizione oppure dialogano armoniosamente: il colore e il bianco e nero, l’interno e l’esterno, la figura e il suo riflesso e, naturalmente le due figure sedute al tavolo. Il dialogo non è attivo nelle figure in primo piano che, anzi, sono isolate ciascuno nella propria dimensione. Celine ha proposto la sua riflessione sul tema del Concorso in maniera coerente, alludendo al tema sociale di grande attualità della comunicazione-non comunicazione.

Video

Primo Premio

Clicca per vedere

Elisa Carucci

5°BL

Il video declina il tema proposto in maniera pertinente e originale, trattandolo quasi per ossimoro attraverso la sfera uditiva: musica per gli sguardi o sguardi sulla musica.  L’idea si è tradotta in primo luogo, in un bel testo spigliato, essenziale e poetico nel cogliere frammenti di emozioni, recitato con dizione sicura e intonazione misuratamente ironica. Pari al testo le immagini, impeccabili per taglio e montaggio, suggestive nello sfumato e nel gioco non banale di successione tra bianco/nero e colore. Bravissimi tutti gli esecutori, attori, musicisti, voce fuori campo, ma soprattutto la regista/produttrice che ha saputo costruire un piccolo gioiello lirico.

Video

Secondo Classificato

Clicca per vedere

Olmo Giovannini

 

3°B

Il lavoro ha un’impostazione teatrale con esplicito richiamo fin dal titolo, alla tragedia greca. È inoltre ricchissimo di citazioni mai fini a sé stesse. Oltre alla tragedia, in particolare Edipo, il teatro dell’assurdo, per l’assenza di ambientazione e il forte simbolismo di gesti e oggetti, e il cinema espressionista, per la fotografia e la scelta della musica che sostituisce qualsiasi parola. Il bianco/nero non sembra una semplice concessione alla moda, ma è coerente con il taglio delle inquadrature e con il montaggio, contribuendo a creare un’atmosfera surreale e fortemente evocativa. Nel complesso un prodotto di qualità, corretto nelle strutture formali, erudito senza eccessi nel contenuto.

Racconto

Clicca per vedere

Elisa Casolari

 

5°AL

Il racconto si rivela subito capace di stabilire una singolare confidenza con il lettore, attraverso il suo stile intimo e coinvolgente. La narrazione vera e propria risulta solo allusiva e si risolve in semplici cenni; l’autrice predilige piuttosto un percorso di introspezione profonda. Particolarmente felice è la metafora dello scaffale, su cui gli sguardi vengono “collezionati”, come fossero libri o oggetti, suggerendo a chi legge il tentativo di mettere ordine nella propria esistenza: come se fosse possibile conservare, attraverso gli sguardi stessi, le diverse esperienze di cui la vita è costituita, dando loro un posto definito nella memoria. Eppure, in questo percorso, per nulla scontato, c’è qualcosa che sfugge: un elemento disturbante, che crea tensione. La ricerca di equilibrio esistenziale, infatti, mai si esaurisce: è sempre sottoposta all’imprevedibilità. Il testo ha l’immediatezza di una pagina di diario, ma non è mai una semplice cronaca. Molto efficaci sia l’incipit che l’explicit. Lingua e registro sono informali e diretti, ma mai sciatti; la costruzione della prosa è armoniosa e graffiante.

Racconto

Secondo classificato

Clicca per vedere

Michele Pecorari

 

5°D

Il racconto si potrebbe quasi definire “uno sguardo sullo sguardo”. Siamo davvero capaci di guardare la vita intorno a noi, o abbiamo seriamente bisogno di re- imparare a farlo?  Può essere che la nostra vista sia, per così dire, offuscata da certe incrostazioni: allora anche un dramma che irrompe nel nostro quotidiano perde totalmente la sua dignità, senza nemmeno scalfire la nostra parte umana. Molto profonda la riflessione dell’autore, condotta con uno stile decisamente straniato, di notevole efficacia nel rivelare come la “banalità del male” si possa nascondere anche in un comune punto di vista.

Racconto

Terzo classificato

Clicca per vedere

Michele Saracino

 

5°D

Lo straordinario nell’ordinario: il signor T. - ne conosciamo solo l’iniziale - un prototipo di umanità, un prototipo di giornata. Quello che tutti, per le nostre fragilità, potremmo essere; o forse addirittura vorremmo essere. Ma c’è uno scarto fra routine e felicità: è, con acuta osservazione, quello fra le parole guardare e guardarsi; una sfumatura grammaticale che diventa anche semantica. Narrazione diretta, vivace e incisiva, che non perde mai di vista l’urgenza di una riflessione autentica sul reale.

Racconto

Quarto classificato

Clicca per vedere

Giovanni Fontana

 

4°G

L’autore ha scelto di esprimersi attraverso una non banale forma dialogica, che riporterà alla memoria del lettore il modello delle leopardiane Operette morali. Attraverso un confronto serrato, che dà voce, personalità e naturalmente sguardo a queste fondamentali dimensioni dell’esistenza umana, ne vengono scandagliati i misteri più essenziali. Lo stile ben sottolinea la tensione di una inesauribile ricerca di senso, di cui il dibattito più acceso non riesce a venire a capo.

Canzone

Primo Premio

Clicca per vedere

Elio Carosone e Giulia Veneziano

 

3°G

Una voce femminile narra la storia di un amore violento e malato nelle terzine di una ballata moderna, musicalmente interessante e ben arrangiata. La canzone vincitrice dell’edizione di Soggettivamente 2019 possiede un testo molto impegnato, che affronta il tema della pedofilia. Mentre nella prima parte la ballata narra la tragedia, nella seconda si apre a un futuro di consapevolezza e di liberazione dal trauma subito. Un bel lavoro che dimostra maturità. La strada da fare è ancora tanta, ma siamo sicuri che arriveranno molte soddisfazioni per questi giovani musicisti.

Canzone

Seconda classificata

Clicca per vedere

Pietro Scaringella

 

4°BL

Pietro si cimenta in un’altra ballata nella più classica tradizione della musica d’autore italiana. Chitarra e voce, l’essenza del cantautore vero, sulla scia di De André, di De Gregori o di Guccini. Il talento che venne premiato due anni fa trova conferma in questa dolce e raffinata canzone che possiede un testo che è già una poesia d’amore. Complimenti a Pietro e un invito a scrivere nuove canzoni, perché la stoffa del cantautore c’è tutta.

Poesia  

Primo Premio

Clicca per vedere

Maria Chiara Artioli

 

5°A

“Hanno trovato una ragazza morta”. Nel primo verso, la poesia annuncia il tema drammatico e attuale che ha scelto, il femminicidio; i versi lo affrontano con grande sensibilità, sono una aperta denuncia ma non un atto di accusa. Sulla scena (il delitto è appena avvenuto, forse è in corso l’arresto) c’è il corpo di una giovane donna semi carbonizzato, ci sono spettatori casuali fra i quali l’autrice, c’è il colpevole, l’”assassino”, “seduto” e “assente”, quasi sopraffatto dall’enormità di ciò che ha compiuto, colto in un gesto di “supplica” che può essere una richiesta di perdono, ma più probabilmente è la disperata preghiera di chi vorrebbe poter tornare indietro. Protagonisti sono gli sguardi: quello dell’autrice, testimone oculare di come una “persona” possa diventare “cenere” e disperdersi in “fumo”; quelli dei presenti, divisi fra orrore e curiosità; e quello dell’assassino, che l’autrice sceglie di non descrivere (“Che sguardo ha un assassino”?), ma che riprende negli ultimi versi (“lo guardano/non si riconosce”) per sottolineare lo stravolgimento operato dal delitto.  La violenza ed il fuoco hanno distrutto la vittima e il suo carnefice, egli è irriconoscibile agli altri e forse, prima di tutto, a sé stesso.  

Poesia

Seconda classificata

Clicca per vedere

Ludovica Colombo

 

5°AL

Una giornata di pioggia, una via di città. Traffico, andirivieni distratto e indifferente fra strade e marciapiedi, “code interminabili”, occhi che incontrano per caso altri occhi senza trasmettersi nulla, occhi che non vedono, rivolti non all’ esterno ma all’interno di sé.  Il titolo, un avverbio di luogo monosillabico, sottolinea l’atmosfera grigia ed anonima del viavai cittadino.  A terra, ogni cosa   si   riflette nell’acqua delle pozzanghere, anche sguardi e persone che passano si specchiano in essa.

L’autrice sceglie questa insolita prospettiva di osservazione, e la rende molto bene con la bella metafora finale della “seggiovia” che guarda “dall’alto” la scena riflessa nell’acqua piovana, che stagna sul “mare d’asfalto”.

Poesia  

Terza classificata

Clicca per vedere

Emma Simonini

 

5°AL

La lirica privilegia lo sguardo interiore, che si avventura nel mondo dei ricordi, “mare infinito” di presenze diverse, oggetti, voci, tracce anche inconsapevoli che riaffiorano impreviste.  La memoria è una dimensione che ci appartiene ma che in parte possiamo anche non riconoscere, nella quale possiamo addentrarci e poi confonderci e smarrirci.  È un sollievo, allora, aprire gli occhi al presente, ritrovarlo, tornare alla sua sicura familiarità: essere “di nuovo a casa”.  La “strada” evocata dal titolo può essere quella che ci porta verso le immagini dell’infanzia, o più semplicemente è metafora della vita di ogni giorno.

Poesia

Terza classificata

Clicca per vedere

Michele Pecorari

 

5°D

La lirica racconta uno scambio di sguardi sull’autobus, casuale e destinato, forse, a non avere un seguito, ma intenso e coinvolgente. La sorte dell’incontro è precaria, vive nell’intervallo fra due fermate, mentre il tempo scorre veloce.  Curiosità, incertezza, desiderio  di sfidare le distanze  tracciate dal   legame fragile degli occhi :  questi stati d’animo  vengono rappresentati ed espressi attraverso  alcune   metafore ( la tela di ragno , l’acrobata sul filo ) enunciate e puntualmente riprese;    nello svolgimento del testo esse si  intrecciano con  rimandi classici (il carpe diem oraziano,  il mito di Icaro) estremamente appropriati, che alludono al consumarsi rapido dell’occasione, all’azzardo di tentare un approccio, suggerito anche dal titolo.  La struttura è complessa e consapevole, ma il risultato è lieve e rende perfettamente la breve magia di un contatto di sguardi.

 

Studenti a caccia di... sguardi I giovani scelgono la loro arte dalla Gazzetta di Modena